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Dance into energy: un weekend di yoga in Liguria

  • Immagine del redattore: Larissa
    Larissa
  • 24 mag 2024
  • Tempo di lettura: 5 min

Non so nemmeno da che parte cominciare per raccontare di questo weekend che è stato davvero stravolgente. Nessuno spot panoramico e nessuna notte in van, ma una camera con vista mare e un giardino con piscina: due giorni completamente fuori dai miei schemi.

Chi mi conosce lo sa: non sto volentieri in mezzo alla gente (anzi, evito proprio gli eventi e i gruppi di persone), preferisco il silenzio e la tranquillità al caos, preferisco la montagna al mare. Allora come mai mi sono ritrovata a condividere tempo e spazio con un gruppo di persone completamente sconosciute in Liguria ?


Ho trascorso alcuni mesi da gennaio in poi che mi hanno messa a dura prova sul piano fisico, sul piano mentale e sul piano emotivo. Ero completamente a terra e mi sembrava di non vedere nessuna via d'uscita nonostante tutta la mia forza di volontà per cambiare le cose e il mio impegno per riuscirci. Ho ricevuto supporto da amici e famigliari, mi sono messa in gioco continuando un percorso di coaching già in corso, ma tutto questo non bastava. Mi sentivo stremata, in balia di una routine che mi stava consumando e sovrastata dalle mie stesse emozioni.


In un giorno qualsiasi, ho aperto Instagram e ho visto un reel intitolato "10-12 maggio, dance into energy retreat" organizzato da Giada Campanella: dovevo andarci. Per forza. In pochi minuti ho controllato il mio calendario sul telefono e non avevo nessun impegno. Ho letto il programma nel dettaglio e le parole "inversioni", "ecstatic dance" risuonavano male. Ma c'è stato qualcosa di inspiegabile che si è acceso dentro di me, e mi sono iscritta.


Nulla capita per caso

Qualche tempo dopo essermi iscritta, ho incontrato Simona, quasi per caso. Ci siamo sempre sentite su Instagram, per scambiarci idee e consigli sulla vanlife, avendo anche lei un van (camperizzato artigianalmente !). Un giorno, tra una chiacchiera e l'altra, ci siamo ritrovate in una situazione simile e abbiamo deciso di fare una passeggiata in montagna per conoscerci meglio e condividere i pensieri di un momento delicato per entrambe. Durante questa passeggiata le ho proposto, senza pensarci troppo, di partecipare con me al retreat e lei con lo stesso entusiasmo ha accettato. Pur conoscendoci poco, abbiamo condiviso emozioni, spazio e tempo: è stato come se ci conoscessimo da anni (anzi, anceh gli altri partecipanti pensavano ci conoscessimo da una vita siccome eravamo completamente in sintonia!). È proprio vero che il caso non esiste e la persona giusta, arriva al momento giusto e nel posto giusto.


La zona di comfort

Ero pienamente consapevole che sarebbe stato un weekend completamente fuori dalla mia zona di comfort, ma sentivo che era la scelta giusta. Ammetto che ero un po' spaventata, già solo per il fatto di essere parte di un gruppo di persone sconosciute. Da subito si è creato un legame sincero e profondo tra tutti i partecipanti e non mi sono mai sentita giudicata o a disagio ma piuttosto compresa e supportata. Giada ha saputo creare un ambiente armonioso e ha trasmesso un'energia travolgente.


Non mi perderò a raccontarvi di come si è svolto l'intero weekend e delle singole pratiche. Piuttosto vorrei soffermarmi sulle cose che più mi spaventavano e che ho scelto consapevolmente di affrontare, perché ero sicura che mi avrebbero portato ad una svolta personale.

Nel 2012 ho avuto un trauma cranico a seguito di una caduta con gli sci (per fortuna con il casco che si è spezzato internamente) che mi ha lasciato dei disturbi per un lungo periodo. Da quel momento ho sempre avuto un un'attenzione particolare per la testa (quasi eccessiva) ed è diventato un mio punto debole: ad esempio se durante una passeggiata in montagna c'è un passaggio scivoloso, il mio primo pensiero è "e se cado e sbatto la testa?". Qualche tempo dopo ho iniziato a praticare yoga, ma ho sempre scelto di non effettuare nessuna posizione dove la testa fosse sollecitata o addirittura messa sottosopra, per paura. In realtà non so paura esattamente di che cosa, ma ero sicura che non volevo più rivivere quello che avevo passato e quindi mi sono costruita da sola (e inutilmente) una bolla di protezione attorno alla testa. Quando sul programma ho letto "inversioni" ho capito che quello sarebbe stato l'esatto momento per affrontare questa paura. Ho condiviso con Simona tutto quello che mi preoccupava e durante il workshop, mi è stata molto d'aiuto. Mi ha motivata e supportata, senza forzare nulla e dandomi fiducia: grazie a lei ho avuto fiducia in me stessa. Riuscire in una cosa per me così difficile che evitavo appositamente da anni è stato fantastico: dire che ero emozionata, soddisfatta, piena di una nuova energia interiore è riduttivo. E' stato un momento davvero importante del weekend.

Ho un carattere introverso, sono timida, se parlo in pubblico arrossisco: figuriamoci ballare. Il programma riportava "ecstatic dance", non sapevo nemmeno di cosa si trattasse fino in fondo. A guidarci in questo viaggio c'era Erik, ragazzo empatico e solare originario di Tulum che attualmente vive a Berlino. Ha saputo trasportare tutti noi in un'altra dimensione attraverso dei momenti di meditazione attiva, per poi passare alla vera e propria ecstatic dance: un'insieme di movimenti liberi senza nessun pensiero, solo seguendo la musica e l'istinto del proprio corpo. Abbiamo danzato scalzi, sul prato, tutti uniti da un'unica energia e a rendere l'atmosfera ancora più avvolgente, un tramonto dai colori caldi. E' stata davvero una novità che mi ha stupita in modo molto positivo. Il momento si è concluso con un rilassamento guidato.

Altri due momenti che ritengo meritano una parola e qualche foto sono stati la scelta di un cristallo e successivamente la possibilità di farlo diventare una collana e la pratica alla Baia del Silenzio: un momento di profonda connessione.

L'insieme di pratiche yoga, la meditazione, i workshop e le persone che ho incontrato mi hanno dato una carica di energia positiva di cui avevo davvero bisogno. E' cambiato il mio modo di vedere le cose e il mio approccio riguardo alcune situazioni nella quale stavo soffocando, ed è cambiata la mia attitudine verso il futuro. Sono tornata a casa serena e motivata.


Rileggendo quanto ho scritto, mi rendo conto che non sono in grado di trasmettere quello che ho realmente vissuto. Il mio consiglio è semplice: cogliere qualsiasi occasione per uscire dalla propria comfort zone (e se non ci sono occasioni, basta crearsele). Abbandonando la routine e gli schemi si scopre un nuovo mondo pronto ad accoglierci facendoci vivere nuove esperienze, testando i nostri limiti, spronandoci a migliorare per portarci ad essere una versione migliore di noi stessi, per noi stessi. Il secondo consiglio, mi sembra chiaro, è partecipare ad uno dei retreat di Giada per vivere un'esperienza unica che può cambiarti la visione della vita !


OliVenere

Il weekend si è svolto presso l'Agriturismo OliVenere, situato in collina a Lavagna. Una villa del '700 ristrutturata circondata da un giardino fiorito molto accogliente, con piscina vista mare. La nostra camera era situata al primo piano con vista su Sestri Levante, piccola ma arredata in modo curato. Michele, il proprietario, ha accolto tutti in modo cordiale e amichevole. Abbiamo fatto due ricche colazioni in agriturismo con torte fatte in casa, piccola pasticceria, frutta, yogurt ma anche toast e uova. Le due cene sono state davvero pazzesche: tanto che la prima sera, alla quarta portata quando ci è stato chiesto se preferivamo tagliolini o ravioli pensavamo stessero prendendo le ordinazioni per la cena successiva ! Entrambe le sere diverse portate, tutte vegetariane, una più buona dell'altra ! Consiglio vivamente un soggiorno presso l'Agriturismo OliVenere per tutto: dalla location alla cucina !

Grazie a tutti voi che avete reso questi due giorni speciali e indimenticabili, grazie a Giada per gli insegnamenti e per l'energia positiva che ci ha trasmesso, grazie a Lela per la leggerezza e le risate, grazie a Erik per il momento unico a ritmo di musica e grazie a Michele per l'accoglienza. Forse il grazie più grande va a Simona, per esserci stata.



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